1611-12-20. A Groslot
Molto illustre signor colendissimo
Questa presente, quantunque dovesse esser lunga, secondo il solito, per l’abondanza dell’affetto, sarà breve per carestia di materia et angustia di tempo.
Non havendo veduto lettere di Vostra Signoria per questo spazzo, ho creduto che ella sia andata all’assemblea, sì come mi significò per le ultime sue. Il che desidero che riesca a gloria di Dio et contento dell’animo suo.
Delle cose di questo paese, non li posso dir molto di nuovo, perché stanno nelli stessi termini, se non che vi è qualche mutatione in Roma, dove doi ministri governano tutto il pontificato. Questi erano il cardinale di Nazareth3
et il cardinal Lanfranco4
, ambidoi portati dal pontefice da basso stato a quel grado: Lanfranco secretario et Nazareth Datario. Lanfranco è morto (con opinion d’alcuni, non per mancamento ma piùtosto per abondanza di medicina, italiana però), Nazareth entrato in disgrazia et licenziato. Borghese è fatto secretario del pontefice, cosa insolita et argomento che non vi è di chi fidarsi.
Li Spagnoli continuano le loro propositioni nella materia beneficiale, restando molto ambiguo quello che ne debba seguitare. Vostra Signoria haverà inteso la licentia, o espulsione, data dal re di Spagna alli ambasciatori di Savoia, ordinario et straordinario. Questi speculativi di qui non sanno intender se sia cosa seria o giocosa.
La settimana passata, monsignor di Léon5
, ambasciator di cotesta maestà, si presentò al principe et ragionò molto appositamente. Io, come nudo della cognitione di questo personaggio, aspetto di crederne secondo l’informatione di Vostra Signoria, dalla qual ancora desidero haver quattro righe da dover riferir al signor *Gussoni, il qual partirà al principio di quadragesima per Turino, accioché possiamo dar buon ordine a continuar la nostra communicatione. Et, perché la presente è breve, io l’allongherò con la allegata stampa che credo li darà un poco di trattenimento. Et qui facendo fine, li bascio la mano.
Di Venetia, li 20 decembre 1611
[Aspetto le particolarità dell’espulsione degli ambasciatori del duca di Savoia et subito che le riceverò, le farò sapere a Vostra Signoria. Et, se potrò, gliene manderò copia intiera perché senza dubio vi saranno ragioni curiose. Quel duca di tempo in tempo riceve qualche staffila et, benché sia picciolo di corpo, ad ogni modo ha cuore capace di ricevere il tutto con gran costanza d’animo. Temo però che nella fine darà in qualche scoppio, onde chi ha da fare vi pensa]6
- 1La BnF conserve une autre copie [Italien 1440, p. 461-463] : De la bibliothèque de Mr le P. Bouhier, B44, MDCCXXI.
- 2La copie ne comprend pas l’adresse.
- 3Michelangelo Tonti (1566-1622). D’humbles origines de Rimini, il fait des études à Bologne où il est ami de Francesco Borghese qui l’a introduit auprès de son frère Camillo, devenu pape Paul V. En 1608, il est nommé archevêque de Nazareth et cardinal (cardinale nazareno). Son influence est résumée par cette pasquinade : Paulo sedente, Tonto regnante. A partir de 1611, son ascension est brisée par l’ambition jalouse du cardinal-neveu Scipione Borghese et il se retire en son évêché de Cesena. Il ne revient à Rome qu’en 1621, pour participer au conclave qui va élire le successeur de Paul V.
- 4 Lanfranco Margotti (1558-1611). Cet homme de lettres originaire de Parme, de petite extraction, a été employé par Clément VIII à la secrétairerie d’Etat au service de Cinzio Aldobrandini puis de Scipione Borghese. Cardinal le 24 novembre 1608 (cardinale Lanfranco), puis évêque de Viterbe en 1609, il devient secrétaire d’Etat la même année. Il est mort le 28 février 1611.
- 5Charles Bruslart († 1649). Chanoine de Paris, prieur de Léhon, il a été ambassadeur à Venise puis à la diète de Ratisbonne. Il est mort doyen des conseillers d’Etat.
- 6Ce passage est absent du manuscrit Dupuy 766, mais introduit comme dernier paragraphe de la lettre dans les éditions Leti, Fontanini et Polidori, et comme post-scriptum par Busnelli.